“Solo 20 anni per salvare il Pianeta. Poi é tardi. Troppo tardi”.

Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, è deciso e perentorio nell’affermare che rimane poco, pochissimo tempo per salvare la Terra. E con lei i suoi abitanti.

I cambiamenti climatici in corso stanno avendo infatti effetti devastanti sia sulla natura che sulla salute dell’uomo.

Nature Climate Change ha pubblicato un rapporto che, passando in rassegna più di 3300 studi e ricerche pubblicate a partire dal 1980, certifica i rischi a cui si sta sottoponendo la salute dell’uomo a causa dei cambiamenti climatici.

Sono emersi 467 differenti effetti negativi. 467 “piaghe”. Decessi, distruzioni, malattie causate da inondazioni, incendi e ondate di calore. Eventi estremi, come la perdita di posti di lavoro, la diminuzione della produttività e la crisi del turismo causata dall’acidificazione dei mari e la deforestazione. Insomma, un quadro piuttosto allarmante. Si legge nel rapporto,

“Una persona su tre rischia di morire per le ondate di calore. Metà della popolazione mondiale sarà sottoposta a tre rischi simultanei prodotti dai cambiamenti climatici entro la fine del secolo”.

Abbiamo solo due generazioni per salvare il Pianeta dai cambiamenti climatici e dagli effetti che avranno sulla salute dell’uomo.

“I nostri figli e i nostri nipoti corrono il rischio”, afferma Ricciardi, “di non potere stare all’aria aperta. Di abitare un Pianeta non vivibile a causa dell’inquinamento. I danni sulla salute provocati dai cambiamenti climatici non sono visibili all’istante ma sono devastanti. Si tratta di un olocausto a fuoco lento“.

Altro dato correlato al clima ed assai preoccupante, l’aumento della popolazione. Entro il 2030 dovrebbe raggiungere gli 8 miliardi.

Le dichiarazione del presidente dell’Iss sono arrivate, non a caso, nello stesso giorno in cui in Polonia si teneva la 24a Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop24). Con la partecipazione di 200 Paesi.

Ai Paesi impegnati nella Cop24 si è richiesto di fare molto di più per limitare gli impatti climatici ed i danni tangibili. È solo questione di tempo e non possiamo perderlo.

È necessario il coinvolgimento e l’impegno di tutti i Paesi, nessuno escluso. Forse è davvero il caso che anche Donald Trump e Jair Bolsonaro se ne rendano conto e facciano un passo indietro.