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Negli anni 80 e 90 c’erano le famose saghe cinematografiche: Guerre Stellari, Rambo e Rocky.
Sempre a fine anni 70, uscì il famoso libro dello scrittore tedesco Michael Ende “La Storia Infinita”.
Negli anni duemila, è uscita la saga “infinita” del caso Ruby.
Ruby uno, Ruby due, Ruby tre. Sì, in confronto i vari processi sul caso Moro, sono roba da ragazzi. È notizia di ieri che per Silvio Berlusconi, il pm di Siena Valentina Magnini abbia chiesto 4 anni e due mesi per corruzione in atti giudiziari.
Questo troncone del processo si svolge a Siena, dopo lo spacchettamento deciso dal gup di Milano nell’aprile 2016. Ma Berlusconi risulta sotto processo in altri tronconi, sempre per il caso Ruby, a Torino, Pescara, Treviso, Roma e Monza.
Per l’accusa Berlusconi avrebbe pagato il pianista senese Danilo Mariani per indurlo a falsa testimonianza sul caso delle “cene eleganti”. Per il pianista, il pm ha chiesto 4 anni e 6 mesi. Il reato è quello di falsa testimonianza oltre a quello di corruzione in atti giudiziari.
Ora ci saranno le arringhe dei difensori di Silvio Berlusconi, gli avvocati Federico Cecconi e Enrico De Martino. Il collegio del tribunale di Siena è presieduto dal giudice Ottavio Mosti.
Sappiamo che in questi giorni, il nodo centrale della politica italiana è la prescrizione. C’è chi la vuole togliere e c’è chi la vuole mantenere.
Alla luce di quanto capita a Berlusconi, io non solo non toglierei MAI la prescrizione ma rivisiterei tutto il processo penale, per renderlo veloce. Perché diventi un processo giusto, in cui accusa e difesa abbiano le stese “armi”.
A questo punto credo che una seria riforma della giustizia sia irrimandabile.
È assurdo che da più di dieci anni, mezza magistratura italiana si dedichi indefessamente al caso Ruby ed alle cene eleganti che Silvio Berlusconi ha fatto nelle sue proprietà. Da tempo, abbiamo superato il ridicolo.
In un paese, dove la criminalità la fa da padrone da Milano a Palermo. Dove abbiamo una corruzione pari a quella dei paesi sud americani meno sviluppati, con processi che non finiscono mai (grazie a Dio c’è ancora la prescrizione che mette la parola fine).
Probabilmente, come disse l’avvocato e professor Franco Coppi, difensore di Berlusconi proprio sul caso Ruby, le cene non erano forse eleganti ma certamente non vi erano riti satanici che finivano con omicidi o abusi su minori o su ragazze contro la loro volontà.
Erano serate forse anche un po’ “pecorecce“, dove tanta ragazze, loro sponte, facevano a gara per farsi invitare, cercando di rimediare una busta con qualche soldo dentro. Un modo per portare a casa la pagnotta.
Nessuna di queste ragazze, è mai entrata ad Arcore o a Villa Certosa, contro la propria volontà o ne è uscita piangendo e distrutta da ciò che aveva visto o fatto.
In alcune intercettazioni, si sentono addirittura padri, madri e fratelli consigliare “mi raccomando sii carina con il presidente“, o cose del genere.
E poi un uomo anziano, ricchissimo, e forse anche abbastanza solo, come era Berlusconi, si potrà divertire come vuole a casa sua e spendere i suoi soldi come meglio crede? La risposta è no.
Tutto questo per la magistratura italiana è inconcepibile, folle. E soprattutto costituisce reato.
La storia infinita prosegue.