Home » Approfondimenti » Sua Maestà Imperiale, Re dei Re, Imperatore, Luce degli Ariani, Capo dei Guerrieri Pahlavi…l’ultimo lo Scià di Persia
L’Iran è un paese da favola, nel senso migliore e più bello del termine.
C’è tutto. Magia, storia, arte, mistero. L’ Iran di oggi è la Persia di ieri.
Un paese non arabo, tra gli arabi. Un paese ricchissimo di materie prime. Non si può capire l’Iran di oggi senza raccontare la storia dell’ultimo Scià di Persia, Mohammad Reza Pahlavi, il re dei re, la luce degli ariani.
Lo Scià ha regnato per 37 anni, durante i quali il fasto della sua corte e la bellezza delle sue regine hanno affascinato l’occidente. È stato visto da alcuni come un despota, da altri come un monarca illuminato.
Mohammad Reza Pahlavi, classe 1919, si educa all’europea. Insieme al fratello minore compirà gli studi al collegio Rosey, in Svizzera. Tornato in Iran, nel 1935, Mohammad è un giovane timido e molto ben educato.
Per volere del padre, nel 1936 entra all’accademia militare. Sempre il padre gli trova la donna da sposare, Fawzia d’Egitto, figlia di Fu’ ad I d’Egitto. Donna emancipata che mette i pantaloni, fuma e si trucca, con grande scandalo per la corte di Teheran. Il loro non fu amore.
Ma era fondamentale che due regni così importanti come l’Egitto e la Persia, si unissero.
Il 21 marzo 1935, lo Scià Pahlavi I chiese alla comunità internazionale di riferirsi alla nazione con il nome utilizzato dai suoi abitanti in persiano, Iran. Il 16 settembre 1941, in piena seconda guerra mondiale, il parlamento destituisce Pahlavi I e proclama re Mohammad, figlio ereditario.
L’ Iran, rimane neutrale nel secondo conflitto.
Il 28 novembre 1943, si apre la conferenza di Teheran, dove si riuniscono per la prima volta i cosiddetti tre grandi della terra: Stalin per l’Unione Sovietica, Roosevelt per gli Stati Uniti e Churchill per il Regno Unito. Si accordano per dividere la Germania alla fine della guerra in più stati, per prevenire il riformarsi della sua potenza militare.
La moglie di Mohammad, Fawzia, che ha dato una figlia allo Scià, non riesce ad abituarsi alla corte iraniana, per lei ancora troppo rozza. Tornerà da suo padre, re Farouk, in Egitto. Nel 1948 ci sarà il divorzio.
Ma Mohammad non rimarrà solo per molto. Il 12 febbraio 1951 sposa la bellissima diciottenne, Soraya dagli occhi verdi, figlia di un importante membro della tribù dei Farsan.
Il grande amore della sua vita.
Lo Scià di Persia si aspetta che entro sette anni dal matrimonio, come vuole la tradizione, gli dia un erede maschio. Nel 1953 Mossadeq, primo ministro iraniano alla guida del movimento parlamentare che si opponeva al rinnovo della concessione per lo sfruttamento petrolifero da parte dei britannici, .
Mohammad e Soraya, intanto, si rifugiano a Roma. Il 19 agosto 1953, all’hotel Excelsior dove risiedono, apprendono dai giornali che
un contro-colpo di stato militare, sostenuto dalla CIA e dal SIS britannico, ha deposto Mossadeq, restaurando la legittimità della monarchia.
Mohammad rientra in Iran ma anche gli Stati Uniti entrano ufficialmente in Iran.
La regina Soraya ha sempre gli occhi tristi e non riesce a trattenere le lacrime nemmeno in pubblico. A sette anni dalle nozze la coppia reale deve arrendersi all’evidenza, Soraya è sterile.
L’ atteso erede non arriverà e secondo la tradizione la regina deve andare via e lasciare il paese. Ufficialmente non si sono più rivisti.
Lo Scià Reza Phalavi, il 21 dicembre 1959, sposa in terze nozze Farah Diba, figlia di un capitano dell’esercito imperiale.
Mohammad regna ormai da 18 anni eppure secondo la legge non potrà essere incoronato finché non avrà un erede maschio.
Farah Diba è l’ultima occasione per salvare la monarchia.
Il 31 ottobre 1960 nasce Reza Ciro, il principe ereditario tanto atteso.
L’ Iran è in festa. Lo Scià accelera la riforma agraria, distribuisce terre ai contadini, riforma anche l’istruzione e tenta una prima emancipazione delle donne. Ma sarà Farah Diba a fare molto per loro.
Le donne si occidentalizzano e ne imitano il modo di vivere. Il 27 ottobre 1967, quando il principe ereditario compie sette anni, Mohamamad Reza Phalavi, finalmente può essere incoronato.
L’ Iran era l’unico paese mussulmano in cui la moglie aveva lo stesso titolo del re. Nel 1973 l’Iran fa salire il prezzo del petrolio che, nel giro di pochi mesi, va alle stelle.
La cosa non piace agli americani, che ne sono danneggiati. Ma farà incassare all’Iran diciotto miliardi di dollari all’anno, rispetto ai tre precedenti.
Però la situazione economica della popolazione iraniana non migliora e sorgono vari movimenti giovanili di protesta negli anni ’70.
Il presidente degli Stati Uniti Carter passa il 31 dicembre 1977 a Teheran, sperticandosi in complimenti nei confronti dello Scià e brindando con lo champagne.
Fatto intollerabile per mussulmani radicali. Il 19 agosto 1978 circa 430 persone perdono la vita nella città di Abadan, a causa di un incendio di origine dolosa scoppiato all’interno di un cinema.
La strage viene attribuita allo Scià.
In tutto l’Iran scoppiano sommosse. Dall’esilio in Francia, l’Ayatollah Khomeini, oramai riconosciuto come leader indiscusso della rivoluzione, esige la deposizione dello Scià.
Il 16 gennaio 1979 lo Scià già malato abbandona l’Iran. Il tribunale islamico condanna a morte in contumacia, nel giugno del 1979, sia Pahlavi che la moglie Farah Diba.
Lo Scià prima riparerà negli Stati Uniti dove, a causa della crisi dei 52 ostaggi americani presi nell’ambasciata di Teheran, gli verrà negato l’asilo.
Reza Pahlavi, dopo aver soggiornato in vari paesi, termina la sua vita in Egitto, ospite del presidente Sadat.
Muore il 27 luglio 1980, a causa delle complicazioni del linfoma di Hodgkin, di cui soffriva da anni.
È sepolto al Cairo nella moschea sunnita benché fosse di fede sciita di Al-Rifa’i.